TERAPIA CHIRURGICA

TERAPIA CHIRURGICA: CHIRURGIA RESETTIVA (SECONDO CASO)

La Chirurgia Ossea Resettiva si differenzia dal semplice lembo d’accesso per le differenti indicazioni terapeutiche ed i diversi obiettivi che si prefissa. Mentre i lembi d’accesso rappresentano procedure chirurgiche finalizzate alla riduzione della profondità di tasca parodontale la chirurgia ossea resettiva ha per goal la completa eliminazione della tasca. Il raggiungimento di tale obiettivo è reso possibile dall’azione chirurgica di rimodellamento dei tessuti gengivali ed ossei (osteoplastica ed ostectomia). La corretta esecuzione di questa terapia ridisegna anatomie tissutali atte a semplificare il corretto mantenimento igienico sia domiciliare che professionale. Spesso questo tipo d’intervento rappresenta la terapia di scelta in aree ove sia indicata l’inserzione di restauri protesici o in presenza di lesioni delle forcazioni radicolari..

TERAPIA CHIRURGICA: CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA (SECONDO CASO)

Tra gli obiettivi terapeutici della terapia parodontale chirurgica, qualora ve ne sia l’indicazione, troviamo la rigenerazione dell’attacco parodontale andato perso.

Nei casi in cui difetti ossei periferici ai denti, raggiungano dimensioni cospicue, un approccio resettivo (che lavora per sottrazione di tessuto osseo) richiederebbe un eccessivo sacrificio di tessuto di supporto agli elementi dentali contigui. Proprio in questi casi, in presenza di difetti profondi infraossei, trova indicazione la Chirurgia Ricostruttiva che lavora per addizione senza quindi alterare il contorno del tessuto osseo periferico al difetto.

Negli ultimi trent’anni sono state descritte diverse tecniche, finalizzate alla ricostruzione del legamento distrutto dall’infezione parodontale.

La formazione di nuovo cemento, fibre del legamento, e tessuto osseo di supporto è stata clinicamente ed istologicamente dimostrata dopo alloinnesti omologhi (Osso umano demineralizzato e liofilizzato- DBM), tecniche di rigenerazione guidata dei tessuti (GTR), o tecniche di rigenerazione parodontale indotta (IPR). La combinazione delle diverse tecniche ricostruttive viene inoltre frequentemente impiegata, con successo, nella pratica clinica.

TERAPIA CHIRURGICA: CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA (PRIMO CASO)

Tra gli obiettivi terapeutici della terapia parodontale chirurgica, qualora ve ne sia l’indicazione, troviamo la rigenerazione dell’attacco parodontale andato perso.

Nei casi in cui difetti ossei periferici ai denti, raggiungano dimensioni cospicue, un approccio resettivo (che lavora per sottrazione di tessuto osseo) richiederebbe un eccessivo sacrificio di tessuto di supporto agli elementi dentali contigui. Proprio in questi casi, in presenza di difetti profondi infraossei, trova indicazione la Chirurgia Ricostruttiva che lavora per addizione senza quindi alterare il contorno del tessuto osseo periferico al difetto.

Negli ultimi trent’anni sono state descritte diverse tecniche, finalizzate alla ricostruzione del legamento distrutto dall’infezione parodontale.

La formazione di nuovo cemento, fibre del legamento, e tessuto osseo di supporto è stata clinicamente ed istologicamente dimostrata dopo alloinnesti omologhi (Osso umano demineralizzato e liofilizzato- DBM), tecniche di rigenerazione guidata dei tessuti (GTR), o tecniche di rigenerazione parodontale indotta (IPR). La combinazione delle diverse tecniche ricostruttive viene inoltre frequentemente impiegata, con successo, nella pratica clinica.

TERAPIA CHIRURGICA: CHIRURGIA RESETTIVA E TERAPIA DELLE FORCHE

La presenza di una lesione forcale, per la sua scarsa accessibilità alle comuni manovre d’igiene orale sia domiciliare che professionale, rappresenta un “fattore di rischio” significativo di progressione della malattia parodontale. Tra le diverse opzioni di trattamento attuabili in presenza di tale tipo di lesione parodontale particolarmente efficace risulta essere la terapia di separazione e/o resezione radicolare. Questo approccio trova indicazione in presenza di lesioni severe dell’area interradicolare molare (classe II o III) ed è basato sulla separazione fisica delle radici coinvolte. Tale separazione può, in alcuni casi, essere accompagnata dal sacrificio di una o più radici a favore delle restanti. La procedura descritta si accompagna di norma alla protesizzazione dell’area interessata previa chirurgia ossea resettiva.

TERAPIA CHIRURGICA: CHIRURGIA RESETTIVA (PRIMO CASO)

La Chirurgia Ossea Resettiva si differenzia dal semplice lembo d’accesso per le differenti indicazioni terapeutiche ed i diversi obiettivi che si prefissa. Mentre i lembi d’accesso rappresentano procedure chirurgiche finalizzate alla riduzione della profondità di tasca parodontale la chirurgia ossea resettiva ha per goal la completa eliminazione della tasca. Il raggiungimento di tale obiettivo è reso possibile dall’azione chirurgica di rimodellamento dei tessuti gengivali ed ossei (osteoplastica ed ostectomia). La corretta esecuzione di questa terapia ridisegna anatomie tissutali atte a semplificare il corretto mantenimento igienico sia domiciliare che professionale. Spesso questo tipo d’intervento rappresenta la terapia di scelta in aree ove sia indicata l’inserzione di restauri protesici o in presenza di lesioni delle forcazioni radicolari.

TERAPIA CHIRURGICA: LEMBI D' ACCESSO

Sebbene l’efficacia della sola terapia causale non chirurgica, nella diminuzione del rischio d’insorgenza e progressione delle diverse patologie gengivali, sia universalmente riconosciuta, altrettanto note risultano essere le sue limitazioni.

A ridurre l’efficacia della terapia non chirurgica concorrono problematiche di tempo, d’accesso, legate alle capacità dell’operatore, connesse alle caratteristiche di risposta dell’ospite, di natura anatomica ed anche microbiologica. Per tali motivi può risultare indicato ottenere un accesso chirurgico alla zona da decontaminare.

La possibilità di sollevare un lembo visualizzando le superfici radicolari consente un’accurata e completa eliminazione dei fattori eziologici locali. Diverse tecniche chirurgiche sono state descritte in base al caso da trattarsi ed agli obiettivi della terapia. Tra le problematiche clinicamente più rilevanti vi sono gli inestetismi che atti chirurgici possono produrre in aree estetiche (allungamento della corona cinica dei denti) ed alcuni lembi d’accesso sono stati ideati in maniera tale da ridurre questi effetti indesiderati.

 

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